Torta Enrico

"In una prelibata pasta frolla un ripieno di pere Williams aromatizzate alla cannella e immerse in cioccolata extrafondente" (Nunzio di Gola, Corriere della Sera)

Torta Enrico

Variazione sul tema pere e cioccolato
Enrico. Una delle migliori torte della città porta semplicemente il nome del fondatore di questa bottega di delizie. La torta Enrico è la specialità della pasticceria Castelnuovo e sta lì a testimoniare l’importanza che in questa traversa di via Lorenteggio, piena periferia, si dà alle tradizioni, alle preparazioni che si tramandano nel tempo, alla continuità di un impegno e di una passione artigiana per l’arte pasticcera davvero rare in una città dove la standardizzazione si va imponendo anche nel mondo dei dolci. Hanno cominciato che la Guerra era appena finita e sono ancora lì a sfornare meraviglie, i Castelnuovo. La torta, su «antica ricetta» del fondatore porta con sé un bigliettino che riporta ingredienti e consigli, come quello (prezioso) di gustarla calda. E’ una variazione sul tema della classica «pere e cioccolato», ma il cioccolato è extra fondente, la frolla orchestra burro e uova come di rado accade, le pere williams a pezzettoni sono sode e il contatto con la cannella le rende indimenticabili come la cioccolata che le avvolge.

Nunzio di Gola in Vivimilano, Corriere della Sera

La Torta Enrico dei Castelnuovo
Qui è tutto freschissimo. come si usa dire per la buona pasticceria. Tranne l’insegna, tanto “stagionata”. Sono 67 anni che la famiglia Castelnuovo sforna dolci da “guinnes”. Bottega storica, tradizione famigliare, “due torte” (equivalente delle forchette per i ristoranti) sul “Gambero Rosso”. E un marchio registrato:la “Torta Enrico”.
Intorno a questo marchio nasce la favola di via Tulipani, ai confini della prima periferia di Milano. Il papà dell’attuale proprietario si chiamava Enrico: nel 1945, alla fine della guerra, di ritorno dalla prigionia in Africa, riprende in mano la sua vita e il suo primo lavoro: apprendista pasticcere. Apre il forno ad Oggiono e gli affari vanno bene. Nel 1960 trasloca al Lorenteggio, nell’attuale negozio. Tutti i prodotti sono d’eccellenza, ma la sua “Enrico” è il fiore all’occhiello: pere, cioccolata e cannella, e qualche tocco in più che non sarà mai svelato. La specialità va a ruba, così la brevetta.
Ancora oggi il figlio Francesco ne parla con nostalgia: “avevo undici anni, aiutavo al forno e al banco, stanco dormicchiavo a scuola”. Con lui oggi ci sono la moglie, il figlio e due soci che sfornano i profumi inconfondibili della premiata fabbrica. Il bancone ospita 40 tipi diversi di pasticcini: il sogno di tutti i golosi. Poi il cioccolato fatto in casa, le torte speciali, il panettone tradizionale e tanti riconoscimenti: i giornali e le riviste di settore, la Camera di commercio e il Comune di Milano.
L’ambiente e le vetrine sono quelle del buon gusto e della tradizione artigiana: torte in bella vista nella vetrina principale, scatole di latta per i biscotti nelle altre, raffinato l’interno. Tante foto in bianco e nero e attrezzi che raccontano il mestiere. I clienti vengono da tutta Milano e non solo: con il nome che gira su internet, arrivano i turisti per l’assaggio: americani e inglesi, francesi e spagnoli, brasiliani. I giapponesi hanno questa pasticceria come meta irrinunciabile nel loro tour milanese predefinitivo. Il motivo di tanto meritato successo? “E’ un lavoro duro e faticoso” dice Francesco Castelnuovo, “che facciamo ancora con metodi tradizionali, genuinità e passione; forse è solo questo, il semplice segreto del nostro successo”.

Maurizio Bonassina in Botteghe storiche, Corriere della Sera

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